L’ultimo soccorso: quando un Soccorritore del 118 non fa più ritorno!

A volte le nostre paure diventano realtà…

La morte di Roberto, durante le fasi di un soccorso con il suo team, nostro socio e collega, è un monito per tutti noi a riflettere sui rischi che gli operatori sanitari si assumono quotidianamente e sulla necessità di tutelare la loro salute e il loro benessere. Negli anni ma soprattutto in questi ultimi mesi molte sono le morti accadute sul lavoro (e non solo) degli operatori dell’emergenza sanitaria 118. Incidenti stradali, problemi cardiaci, tumorali, depressivi, scene insicure, aggressioni e chi più ne ha ne metta!

  • Stress lavorativo: Il lavoro degli operatori sanitari, come ad es. gli autisti di ambulanza, è spesso caratterizzato da ritmi di lavoro intensi, carichi di lavoro, turni irregolari e situazioni di stress emotivo e da traffico. Questi fattori, si legge in letteratura, possono aumentare il livello di cortisolo, un ormone che può contribuire all’ipertensione e ad altri problemi cardiovascolari.
  • Eccesso di ore di lavoro: Lavorare per lunghi periodi di tempo senza adeguati riposi può portare a stanchezza fisica e mentale, che a sua volta può compromettere la capacità di reagire in modo efficace alle emergenze e aumentare il rischio di errori.

La vita di un soccorritore di ambulanza è spesso caratterizzata da paure, sacrificio, fatica, professionalità, dedizione, coraggio e rischio. Questi professionisti lavorano in condizioni difficili, con salari bassi, spesso mettendo in pericolo la propria vita per salvare gli altri, senza alcun riconoscimento di “lavoro usurante”. In questi giorni si “parla” di rinnovo contrattuale… ecco forse è giunto il momento di dare un giusto riconoscimento a TUTTI gli operatori del 118 tecnici e sanitari per il difficile lavoro che svolgono a bordo dei loro mezzi di soccorso.

Il dolore della perdita

La notizia della morte di un soccorritore di ambulanza colpisce come un fulmine a ciel sereno. Le famiglie si ritrovano a dover affrontare l’assenza improvvisa di una persona amata. I colleghi e gli amici condividono il dolore e la tristezza, sapendo che il loro collega non tornerà più sul posto di lavoro ed a casa, magari incontrato allo smonto turno poche ore prima o incontrato in altre circostanze di lavoro nelle ore precedenti. Il suo armadietto e gli effetti personali sono ancora li a testimoniare solo un gran dolore e lo sconforto per i colleghi.

Il senso di missione

I soccorritori di ambulanza scelgono questa professione perché sentono una forte chiamata a servire gli altri. La loro missione è quella di aiutare le persone in situazioni di emergenza, e spesso mettono da parte le proprie esigenze personali per farlo. Quando uno di loro muore in servizio, la comunità perde un “professionista” silenzioso. Roberto ma come molti altri colleghi scomparsi sono proprio questo!

Supporto per i familiari

Le organizzazioni, enti, aziende di soccorso e i colleghi si impegnano a sostenere i familiari del soccorritore deceduto. Questo può includere supporto finanziario, consulenza psicologica e assistenza pratica. Tuttavia, nulla può colmare completamente il vuoto lasciato dalla perdita di una persona cara.

Riconoscimento e commemorazione

La morte di un soccorritore di ambulanza viene spesso commemorata con cerimonie e omaggi. Le bandiere a mezz’asta, i discorsi commoventi e le parole di gratitudine sono modi per onorare il servizio e il sacrificio di chi ha perso la vita nel corso del proprio dovere. Ma sono realmente utili per scongiurare la morte di altri operatori?

Riflessioni sulla vita e la morte

La morte di un soccorritore di ambulanza ci ricorda la fragilità della vita e l’importanza di apprezzare ogni momento. Questi che vengono denominati eroi che non sono eroi ma bensì “professionisti”, ci insegnano che il coraggio e la dedizione possono fare la differenza, anche quando il prezzo da pagare è alto. In conclusione, quando un soccorritore di ambulanza muore in servizio, la sua assenza lascia un vuoto profondo. La sua famiglia, i colleghi e la comunità intera devono affrontare il dolore e cercare di trovare conforto nella consapevolezza che il suo sacrificio ha fatto la differenza nella vita di molte persone ma che purtroppo non si può più tornare indietro per modificare il passato.🚑❤️❤️

Per Roberto…


Il tragico malore ha colpito Roberto proprio mentre esercitava il suo dovere più sacro, quello di prestare soccorso al fianco della sua squadra per tentare di salvare una vita ha scosso tutto il 118 e non solo.
Noi della CoES Lazio con tutti i colleghi esprimiamo la nostra più profonda vicinanza alla famiglia in questo momento di dolore, condividendo la perdita di un uomo e professionista esemplare, rimarrà sempre e comunque nei nostri cuori. Ciao Roberto ❤️❤️

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PERCHÉ È IMPORTANTE AVERLA?

A seguito delle nuove norme della legge 41 (marzo 2016) sono entrati in vigore i reati di Omicidio Stradale e Lesioni personali stradali. Un argomento che oggi può riguardare anche il guidatore più attento poiché, in caso di incidente stradale che provochi 40 giorni di prognosi porta ad un Procedimento Penale d’Ufficio. In questo caso, una tutela legale aiuta a affrontare le spese che bisognerà sostenere obbligatoriamente e potrai farti difendere dal tuo legale di fiducia.

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