Quanto siamo stressati nella guida in emergenza?
condurre un veicolo sanitario comporta una serie di fattori “negativi” aggiuntivi rispetto la guida di un veicolo civile in quanto molto spesso si aggiungono varianti molto spesso sottovalutati come ad esempio l’erogazione di una attività sanitaria (utente/paziente) e la massima attenzione per la guida con lampeggianti e sirena su strada seguendo le indicazioni dell’Art. 177 CdS. Il tutto sfocia in un mix non di poca importanza ai fini dello stress. Il metodo ed il carico di lavoro, turni di lavoro anche notturni e pressioni esterne di emergenza (es. covid-19) fanno il resto.
Studio Britannico: “Oltre 11 milioni di giorni vengono persi al lavoro ogni anno a causa dello stress sul lavoro. I datori di lavoro hanno il dovere legale di proteggere i dipendenti dallo stress sul lavoro facendo una valutazione del rischio e agendo su di esso.” (Stress risk assessment)

Dopo un’attività di emergenza quanto siamo concentrati nella guida ma soprattutto quali rischi corriamo?
Più avanti avremo modo di analizzare uno studio sugli effetti dello stress sulle capacità di guida degli studenti paramedici: uno studio pilota basato su simulatore (ambiente tranquillo) ma se riportato alla realtà potremmo dire che la realtà è ben più stressante rispetto la simulazione per una serie di fattori a noi del “mestiere” noti e già evidenziati in precedenza.
Cos’è lo Stress Lavoro Correlato (SLC)?
Wiki ci viene incontro… “Lo stress lavoro-correlato (oppure anche stress lavoro correlato) può essere definito come la ) può essere definito come la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste dell’ambiente lavorativo eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste, portando inevitabilmente nel medio-lungo termine ad un vasto spettro di sintomi o disturbi che vanno dal mal di testa, ai disturbi gastrointestinali e/o patologie del sistema nervoso come disturbi del sonno, nevrastenia, sindrome da fatica cronica fino a casi di burn-out o collasso nervoso”.
La trattazione dello SLC (stress lavoro correlato) a livello civile: una panoramica storica
All’inizio del 2012, quando il nostro Paese si allineò alle indicazioni dell’UE in tema di SLC, la situazione europea era così riassumibile:
“Dagli studi condotti risulta che oltre la metà dei lavoratori europei riporta problematiche riconducibili a SLC: oltre la metà dei 147 milioni di lavoratori europei riferisce di lavorare a ritmi molto serrati e di dover rispettare scadenze pressanti. Più di un terzo di essi non è in grado di influire sulle mansioni assegnate e più di un quarto non ha la possibilità di determinare il proprio ritmo di lavoro. Il 45% riferisce di svolgere lavori monotoni; il 44% non può usufruire della rotazione delle mansioni; il 50% è addetto a compiti ripetitivi. È probabile che questi “fattori di stress” contribuiscano a determinare l’attuale quadro di sintomi accusati dai lavoratori: il 13% di essi riferisce di soffrire di cefalea, il 17% di dolori muscolari, il 20% di affaticamento, il 28% di “stress” e il 30% di rachialgia; sono rilevate inoltre numerose altre patologie mediche, alcune delle quali hanno esiti gravi. In base a stime prudenti si calcola che i costi derivanti dallo stress dovuto al lavoro ammontino a circa venti miliardi di euro all’anno nella Comunità Europea”.
La “direttiva madre” dell’UE per la sicurezza e salute dei lavoratori
L’Unione Europea, fin dall’emanazione della “direttiva madre” n. 89/391/CE, ha cercato di

orientare la specifica normativa di tutela della salute e sicurezza sul lavoro prevedendo l’obbligo per il datore di orientare la specifica normativa di tutela della salute e sicurezza sul lavoro prevedendo l’obbligo per il datore di orientare la specifica normativa di tutela della salute e sicurezza sul lavoro prevedendo l’obbligo per il datore di “tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori in tutti gli aspetti legati al lavoro” e di “adattare il lavoro all’uomo” e non il contrario.
Con la firma, nel 2004, dell’“Accordo quadro europeo sullo stress nei luoghi di lavoro”, venne ufficializzato che lo SLC, in quanto possibile fattore di rischio per i lavoratori, alla stregua di altri rischi lavorativi, fosse adeguatamente valutato da parte del datore di lavoro e, se presente, gestito al fine di preservare la salute del lavoratore nel senso più ampio.
Rimanendo nello specifico del nostro Paese, nel D.Lgs 81/08 la definizione di “salute” si allinea con quella dell’Organizzazione Mondiale della Sanità quale la definizione di “salute” si allinea con quella dell’Organizzazione Mondiale della Sanità quale “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente unicamente in un’assenza di malattia o d’infermità”. L’art. 15 disciplina le misure generali di tutela che riguardano la valutazione dei rischi, la programmazione della prevenzione e, come obiettivo finale, l’eliminazione dei rischi stessi.
Per quanto concerne la valutazione dei rischi, l’art. 28 esplicita che, oggetto della stessa, sono “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004”.
Le novità introdotte dal “Testo Unico 106/09”
Il 20 agosto del 2010 è entrato in vigore il Decreto correttivo “Testo Unico 106/09”; si tratta di disposizioni integrative e correttive del D.L. 9 aprile 2008 n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Tale decreto ha introdotto importanti novità che riguardano:
– Obbligo di formazione, informazione addestramento sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi all’attività dell’impresa in generale (art. 36 e 37 sez. IV);
– Possibilità di delegare specifiche funzioni in materia di sicurezza; nel dettaglio, il datore di lavoro ha una serie di obblighi non delegabili, mentre altri lo possono essere (vedi ad esempio l’art. 18 D.Lgs 81/08, “adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento”);
– Circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro: Prot.15/SEGR/0023692 del 18/11/2010;
– Obbligo di valutazione del rischio stress lavoro-correlato secondo le indicazioni che dovranno essere elaborate dalla Commissione Consultiva Permanente per la Salute e Sicurezza sul Lavoro in merito alle modalità di valutazione del rischio da stress lavoro correlato, “in quanto si tratta di una procedura sulla quale permangono consistenti dubbi operativi, non essendo disponibile a tutt’oggi un metodo condiviso, validato, affidabile e applicabile con semplicità”.
A seguito di queste difformità metodologiche, il 18 novembre del 2010 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emesso delle circolari di chiarimento sull’applicazione delle direttive.
Lo SLC deve essere valutato su gruppi omogenei di lavoratori
Nella Comunità Europea negli ultimi anni si è sviluppata una conoscenza sempre più approfondita del fenomeno e degli interventi idonei a ridurne il rischio; anche grazie all’attività promossa dall’OSHA (Agenzia Europea per la Salute e Sicurezza del Lavoro) e dalle istituzioni dei vari stati membri (INAIL per l’Italia) che hanno elaborato e diffuso metodologie per valutare il rischio SLC e intervenire per la sua riduzione. Quello che si è sempre chiaramente evidenziato è che lo SLC non è un tratto che riguarda il singolo individuo “problematico”, ma deve essere valutato su gruppi omogenei di lavoratori e che l’origine va ricercata con opportuni processi di approfondimento, dopo la valutazione preliminare degli indicatori del compito e del contesto lavorativo. Gli ambiti di approfondimento sono in rapporto con l’organizzazione del lavoro e impattano sulla relazione tra lavoratori e organizzazione, sulla qualità della convivenza organizzativa e non ultimo sui risultati produttivi delle organizzazioni.

Ma ora veniamo allo studio sulle capacità di guida e concentrazione post intervento sanitario… quanto siamo stressati?
Gli effetti dello stress sulle capacità di guida degli studenti paramedici: uno studio pilota basato su simulatore.
Abstract
Precedenti ricerche hanno suggerito che lo stress può avere un effetto negativo sulle prestazioni cliniche dei paramedici. Inoltre, è stato dimostrato che lo stress ha un impatto negativo sulle capacità di guida della popolazione generale, aumentando il numero di errori di guida.
Tuttavia, fino ad oggi nessuno studio ha esplorato lo stress e il suo potenziale impatto sulle prestazioni non cliniche dei paramedici, in particolare le loro capacità di guida.
Metodi
Gli studenti paramedici sono stati sottoposti a valutazione della guida di emergenza in un

simulatore di guida prima e dopo l'esposizione a uno scenario medico stressante. Numero e tipo di errori sono stati documentati prima e dopo sia alla guida del software del simulatore che all'osservazione di due osservatori del gruppo di ricerca. L'indice di carico delle attività della NASA (TLX) è stato utilizzato per registrare livelli di stress auto-segnalati. Risultati 36 studenti hanno partecipato allo studio. In seguito all'esposizione a uno scenario medico stressante, gli studenti paramedici non hanno mostrato alcun aumento del tasso di errore complessivo, ma hanno dimostrato un aumento di tre errori di guida critici, ovvero
il mancato uso di una cintura di sicurezza (3 linea di base contro 10 post stress)
il mancato arresto per luci rosse o segnali di stop (7 v 35)
perdita di controllo del veicolo (2 v 11).
Anche i livelli di stress auto-riportati sono aumentati dopo lo scenario clinico, in particolare nell'area della domanda mentale (cognitiva).

Conclusioni I paramedici sono regolarmente esposti allo stress acuto nel loro lavoro quotidiano e questo stress potrebbe influenzare le loro prestazioni non cliniche. Gli errori critici commessi dai partecipanti a questo studio corrispondevano da vicino a quelli considerati fattori contributivi in molte collisioni di ambulanze.
Questi risultati stimolano la necessità di ulteriori ricerche sugli effetti dello stress sulle prestazioni non cliniche in generale e evidenziano la potenziale necessità di prendere in considerazione la formazione aggiuntiva del conducente e l’educazione alla gestione dello stress al fine di mitigare la frequenza e la gravità degli errori di guida.
Sono state seguite tutte le linee guida etiche pertinenti e sono state ottenute le necessarie autorizzazioni IRB e / o del comitato etico. sì
È stato ottenuto tutto il consenso necessario del paziente / partecipante e sono state archiviate le forme istituzionali appropriate. sì
Tutti gli studi clinici coinvolti sono stati registrati con un registro approvato dall'ICMJE come ClinicalTrials.gov e l'ID dello studio è incluso nel manoscritto.
Non applicabile
Fonti:
Trevor Hines Duncliffe, Brittany D’Angelo, Michael Brock, Cal Fraser, Jake Lamarra, Nick Austin, Matt Pusateri, Visualizza profilo ORCIDAlan M Batt
Di Alfredo Copertaro
- INAIL – Il percorso di valutazione del rischio stress lavoro correlato
- Lo Stress Lavoro-Correlato nelle Forze Armate
Puoi trovare CoES Lazio su Twitter, Youtube, Facebook, Telegram
- Dal 1996… CoES Lazio Formazione Guida Sicura In Emergenza Sanitaria
- Dal 2006 Firmataria Carta Europea Delle Sicurezza Stradale
- Certificati EBAFOS (Ente Bilaterale Nazionale)
- contatti: coeslazio@libero.it cell. 3271222757